localizzazione | Ferrara
committente | Comune di Ferrara, Ferrara Arte, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
destinazione | allestimento
superficie | 776 mq
prestazione | progetto esecutivo e D.L.
progettazione | Arch. A. Ravalli
gruppo di lavoro | M. Braschi, S.Pelliconi
info | progetto di allestimento museale palazzo diamanti, Ferrara


Cosa vedeva Ludovico Ariosto quando chiudeva gli occhi? Quali immagini affollavano la sua mente mentre componeva il poema che ha segnato il Rinascimento italiano? Quali opere d’arte alimentarono il suo immaginario? Al Palazzo dei Diamanti a Ferrara la mostra “Orlando Furioso 500 anni” cerca di rispondere a queste domande che ruotano attorno a L’Orlando Furioso. L’esposizione lavora sull’immaginario visivo dell’autore ed il progetto di allestimento si declina come un percorso onirico che conduce il visitatore in un viaggio appassionante all’interno dell’universo ariostesco. Il percorso lineare originale del Palazzo viene scomposto in un labirinto di alte ed esili teche “ad albero” che ricreano il paesaggio della selva ariostesca ed allo stesso tempo richiamano il complicato intreccio del romanzo stesso. All’interno di questo labirinto si celano basse teche “a pozzo” che nascondono ad un primo sguardo le opere al loro interno: solo avvicinandosi ed affacciandosi sopra esse si scopre cosa vi è taciuto all’interno. Esili fili trasparenti e sottili elementi di metallo sospendono gli oggetti esposti, facendoli apparire come galleggianti in un sogno: importante è
la smaterializzazione dell’oggetto. L’uso consapevole di giochi di luce e di sale in penombra contribuiscono alla riproposizione di un paesaggio onirico e di un percorso dell’immaginario in grado di far perdere il visitatore all’interno di questo labirinto. Il rivestimento del pavimento esistente di alcune sale con lastre in metallo crudo, l’uso di lightbox che modulano la luce riproducendo le ottave dell’opera ariostesca e l’inserimento di tende in velluto grafite nei passaggi strategici influenzano costantemente l’esperienza sensoriale del visitatore alterandone la percezione complessiva della mostra.